"Una sorpresa, e un piacere dello
sguardo, sono i piccoli acquarelli dipinti in questi mesi di clausura Covid
dall'amico pittore Paolo Giorgi, tessitore paziente di ricami cromatici e
luminosi che hanno il pregio di rivelare le cose viste con la misura di una
rispettosa ed amabile intimità. Giorgi descrive ciò che il tavolo di
studio gli offre alla vista, tra pennelli, scatole di cartone e tubetti di
vernice, egli dispone piegato un tappeto, oggetto prescelto per uno studiato
effetto di varianti armoniche dell'impaginato. Ne risulta la serie di amorevoli
versioni a luce orientata e velatamente diffusa, assieme a due pitture ad olio
sullo steso tema, che del resto conferma il rigore con cui Giorgi punta alla
rifinitura del tutto nelle sue parti, in un equilibrio ricercato di forma e
colore, in cui consiste il segno espressivo. Richiami e citazioni alla storia
dell'arte sono parte integrante della pittura di Paolo Giorgi come tutti i
migliori ha scelto nel tempo e con costanza i suoi modelli e fonti di ispirazione,
a scopo di cimento sugli effetti di un intarsio che si vorrebbe trapunto col
fiato. Giorgi guarda con occhi di pittore e da
pittore compie viaggi siderali nel caldo tepore offerto dal suo studio: gli
sono di compagnia gli esempi dei maggiori tedeschi e fiamminghi (Memling,
Holbein, Van Eick) e le maniere precise di Lorenzo Lotto, anche lui prensile
narratore di luminosi interni e di tappeti inghirlandati. L'ordine e la misura della composizione
non semplificano, anzi in un certo senso amplificano il tono di arabesco che il
piccolo insieme dipinto intende evidenziare. E come uno spartito musicale, i
colori si intrecciano alle coordinate del disegno, alla disposizione sintetica
dei piani (il tavolo, gli oggetti sovrapposti, le pieghe ombreggiate del tappeto)
ed alla cadutasi una luce da tavolo che tornisce l'atmosfera e ne esalta il
carattere poetico di "spettacolo dipinto". Meticolosa, assidua, musicale, la teoria di acquerelli di Paolo Giorgi
possiede la qualità rara di una sinestesia che associa il piacere della
descrizione a quello dell' incanto visivo. Il tempo sospeso, nel vuoto del
Covid, ci può anche fare la grazia di simili virtù…" Duccio Trombadori " |